Sapore dolce bambini feto dodicesima settimana - Tomarchio pasticceria siciliana

Ecco perché i bambini amano i dolci: la risposta già nella pancia

I bambini sono i maggiori fan dei gusti dolci e forse non tutti sono a conoscenza che questa preferenza viene definita già dentro la pancia della mamma.
Infatti, già a partire dalla dodicesima settimana, il feto è in grado di captare tutti i sapori del liquido amniotico grazie alle sue papille gustative situate sui bordi e nella parte posteriore della lingua. Ed è proprio in questa fase che il feto comincia a delineare i suoi gusti, preferendo il sapore dolce.

Tutto ciò viene confermato dallo studio delle reazioni del feto durante l’approccio con i vari sapori: le espressioni facciali sottolineano uno stato di serenità e soddisfazione nel momento in cui una soluzione di zucchero diluito nel liquido amniotico entra a contatto con il feto, a differenza del sapore aspro che spinge il bimbo a serrare le labbra.

Il dolce diviene, quindi, simbolo di tranquillità e sicurezza, sia sotto il punto di vista sensoriale, sia sotto il punto di vista psicologico, in quanto gli organi di senso sono collegati al sistema nervoso centrale: non è un caso che il cervello individua il dolce come uno strumento di gratificazione psicosensoriale.

 

Fonti studi:

Mennella JA, Pepino MY, Reed DR. Genetic and environmental determinants of bitter perception and sweet preferences. Pediatrics. 2005
Feb;115(2):e216-22.

Saper CB, Chou TC, Elmquist JK The need to feed: homeostatic and hedonic control of eating. Neuron, 2002, 36, 199–211


è nato prima l'uovo o la gallina - tomarchio pasticceria siciliana

È nato prima l'uovo o la gallina? Ecco la risposta definitiva

Le uova sono un ingrediente fondamentale in pasticceria, ma anche nel frigo di tanti siciliani.

Qualche tempo fa, vi avevamo dato alcune indicazioni sulla loro corretta conservazione. Stavolta, però, usciamo dai confini dell’ “educazione alimentare” per entrare in quelli, decisamente più divertenti, delle curiosità. Anzi, DELLA CURIOSITÀ, la domanda che da sempre tiene banco in materia di uova: “è nato prima l’uovo o la gallina?”.

A fornirci la risposta è stato, finalmente, James McInerney, professore di Biologia evolutiva all'Università di Manchester. Direttamente dal suo profilo Facebook, il professorone ha dimostrato che, in realtà, l’uovo è arrivato sul nostro pianeta decisamente prima della gallina e perfino prima della comparsa degli uccelli in genere. Alcuni degli animali più primitivi, come i rettili, e quindi antecedenti alla linea evolutiva dei volatili, sono nati proprio dalle uova. Quindi, in definitiva, si può affermare con certezza che l’uovo è nato parecchi anni prima rispetto alla gallina.

State per entrare nel nuovo loop senza uscita di “è nato prima l’uovo o l’antenato della tartaruga?”. Beh, non fatelo!


Colombe Tomarchio pasqua - colomba senza canditi tomarchio

Colomba pasquale: una bontà tra mito e storia

La Pasqua è ormai vicina e tra i dolci che rappresentano maggiormente questa festività non può mancare la Colomba. La classica ricetta la prevede ripiena di canditi e ricoperta di zucchero e mandorle ma oggi è possibile soddisfare ogni gusto con diverse varianti golose.

Tuttavia, pochi sanno che un dolce così tradizionale, in realtà, è caratterizzato da diverse leggende che rendono la sua invenzione immersa nel mistero.

Infatti, si narra che, durante il periodo dell’Alto Medioevo, un gruppo di monaci irlandesi guidati da Colombano stessero viaggiando verso il regno Longobardo, vicino Pavia. Giunti in questo luogo, vennero accolti dalla regina Teodolinda che, per onorarli, fece cucinare un fastoso pranzo con selvaggina pregiata. Tuttavia, essendo periodo di Quaresima ed essendo gli ospiti dei monaci, era impossibile mangiare carne. Proprio per questo, per poter rimanere fedeli alle regole religiose e non ferire la regina, Colombano propose di benedire il cibo in tavola ma, come per miracolo, le pietanze si trasformarono in colombe bianche di pane. La vicenda fu favorevole per i monaci che poterono gustare il pranzo senza alcun senso di colpa.

Un’altra leggenda, invece, vuole che, durante la battaglia di Legnano del 1176, tre colombe fossero state mandate come simbolo di protezione divina nei confronti delle truppe lombarde contro quelle di Federico Barbarossa. Successivamente, grazie alla vittoria dei lombardi, furono preparati dei pani dolci come segno di ringraziamento per il sostegno ricevuto dalle tre colombe.

Tuttavia, la colomba pasquale come la conosciamo oggi è stata inventata a Milano negli anni Trenta, con l’utilizzo di ingredienti semplici e con una lievitazione lenta che lo rende uno dei dolci più amati da tutti gli Italiani.

Al di là della classica colomba tradizionale ai canditi, nei Tomarchio Store di Catania, Misterbianco, Gravina e Aci S. Antonio puoi trovare anche la versione senza canditi e quella al cioccolato e nocciole. Vieni a scoprire i nuovi bellissimi pack di design perfetti da regalare.

Vai ai punti vendita.


colazione per essere felici al mattino

Ecco cosa fare al mattino per essere felici tutto il giorno

Esiste una melodia che detestate? Despacito? Young Signorino? Poca roba in confronto alla canzonetta della sveglia! Una buona percentuale di italiani arriva ad odiare il suono che ogni mattina li tira fuori dai sogni. Ma se vi dicessimo che l’intero umore della giornata dipende da quello che avviene subito dopo?

Uno studio condotto da Isola Bio Lab, un osservatorio sociologico, ha dimostrato che il segreto della felicità quotidiana sarebbe tutto nella colazione. Lo studio ha preso in esame più di 200 fonti (tra cui testate, magazine e blog) e oltre 30 testimonianze di esperti, in particolare psicologi e nutrizionisti. Ecco la conclusione: ciò che facciamo come prima cosa alla mattina detta generalmente il ritmo al resto della giornata. Iniziare bene, per esempio, crea energia positiva: in aggiunta a tutti i valori nutrizionali della colazione, quindi, con un atteggiamento positivo predispone l’individuo ad essere più felice e produttivo. Se, invece, non si è soliti farla si potrebbe pensare alla colazione come un momento da dedicare a sé stessi e per prepararsi alla giornata che sta per cominciare”. È quello che sostiene anche Luca Pirretta, gastroenterologo e nutrizionista presso l’Università Campus Biomedico di Roma, secondo il quale non solo iniziare la giornata con la colazione aiuta a evitare l’obesità ma migliora l’andamento dell’intera giornata.

In parole povere, una buona colazione aiuta ad essere felici.

Ecco quindi alcuni consigli utili per iniziare la giornata con la giusta dose di felicità:
- Fai tutto con calma: fai in modo che la tua colazione segua i tuoi tempi, evitando di farsi cogliere dalla necessità di finire tutto velocemente. Accomodati e goditi un momento di calma per te.
- Schiaccia play: sì, ascoltare buona musica al mattino, appena svegli o mentre si fa colazione, è un momento di gioia per il corpo e per la mente
- Ascolta il tuo cuore: lui sa già cosa il tuo stomaco preferisce. Segui le tue voglie e cambia spesso.

Avete provato ad iniziare la giornata con una tortina Golosa, magari da dividere con l’amato o l’amata, si parte veramente con il piede giusto?


Torrone siciliano: come riconoscerlo e conservarlo

Mandorle, pistacchi e miele, conditi da tanto amore e pazienza, sono gli ingredienti fondamentali dei torroni siciliani. Una dolce storia che inizia da lontano e che è diventata un altro fiore all’occhiello della nostra tradizione culinaria.

Come capita per altri prodotti, anche quando si parla del torrone si pone il problema della scelta tra quello industriale e quello artigianale. Il processo di produzione è il medesimo. La differenza fondamentale sta nei tempi di lavorazione, che nei laboratori artigianali sono molto più lunghi. La qualità è generalmente garantita dall’utilizzo di pochi ingredienti, che però devono essere buoni. Primi fra tutti la frutta secca e il miele.

Al momento di gustarlo, un buon torrone si riconosce dal fatto che si scioglie facilmente, senza attaccarsi ai denti e lasciando la bocca piacevolmente pulita. È importante anche che la dolcezza non sia eccessiva e non copra ogni altra sensazione. Il gusto deve essere ricco e armonico, con note evidenti di frutta secca e miele.

Per quanto riguarda la consistenza, il torrone morbido non deve rivelarsi gommoso (segno che contiene gelificanti e addensanti e pochi ingredienti nobili); quello duro deve rompersi con una frattura netta, senza sbriciolarsi.

Per quanto riguarda la conservazione, bisogna tenere presente che il torrone dura dagli 8 ai 10 mesi, ma comincia a deteriorarsi già qualche settimana dopo la produzione. Se non lo si consuma immediatamente, va posto in un recipiente a chiusura ermetica e conservato in un luogo fresco a temperatura costante. Quello friabile, che è praticamente privo d’acqua, può essere conservato anche nel freezer, da cui va tolto poco prima di essere consumato.


raffreddore sapore dolci - tomarchio

Sei raffreddato? Il sapore delle tortine cambia, ecco perchè

Succede a tutti: durante un raffreddore o un’allergia i sapori dei cibi cambiano o addirittura scompaiono. Perfino la Tortina Tomarchio sembra priva di gusto. Il motivo è semplice: contrariamente a quanto si pensa, complessivamente il gusto funziona grazie al nostro naso e al nostro cervello e non (solo) grazie alla lingua.

Le papille gustative percepiscono le sensazioni del dolce (ma anche del salato, dell’amaro e dell’acido). L'olfatto invece permette di percepire tutte le sfumature aromatiche caratteristiche di ciascun alimento. Sembra strano, ma il profumo del cibo che abbiamo in bocca passa prima alla cavità retronasale, poi gli stimoli percepiti vengono trasmessi al nostro cervello che ci restituirà una sensazione di bontà o sgradevolezza.
Quando l’olfatto però, è “anestetizzato” dal raffreddore, questo delicato passaggio si blocca. O meglio, il naso a causa del muco non è in grado di recepire nessun profumo od odore, nemmeno quello dei dolci.
Anche in bocca si ha una sensibilità attenuata, infatti quando siamo raffreddati la saliva si addensa e rende più difficoltosi i passaggi di informazioni tramite la lingua.

 


biscotti tomarchio nocciole con caffè

Ad ogni caffè il proprio frollino: 4 consigli “risalta aroma”

Macchiata, corretta, lunga o corta, concedersi una sfiziosa pausa - caffè è il rito che per eccellenza contraddistingue il popolo italiano e a cui in genere non si può proprio rinunciare. Che sia a colazione o durante un break, i biscotti insieme al caffè possono essere un ottimo intermezzo, una pausa energizzante e molto golosa, soprattutto se si scelgono quelli adatti, in grado di valorizzare il sapore del caffè.

Ecco quindi qualche utile consiglio per abbinarne la dolcezza all’aroma giusto:

Frollini rigati: la loro estrema friabilità e il loro sapore “rotondo” li rendono ideali con un buon espresso dal sapore delicato e avvolgente.
Frollini con gocce di cioccolato, al cacao o ricoperti: l’abbinamento cioccolato e caffè può essere pura magia, ma va dosato con estremo equilibrio per non rischiare che uno dei sapori sovrasti l’altro, privandoci dell’intensità di gusto che può offrirci ognuno dei due ingredienti. Scegliete quindi di abbinarlo a un buon 100% Arabica e non ve ne pentirete.
• Frollini alle nocciole: ideali con un caffè lungo e cremoso, un cappuccino ma anche un buon espresso. Tra un morso e l’altro, sarà un momento di poesia!
• Frollini agli agrumi: la combinazione tra limone o mandarino e caffè è una scelta elegante, per nulla banale, che abbina l’aroma agrumato dei sapori di Sicilia a quello del caffè per un risultato stuzzicante e perfettamente armonico. Da provare con una miscela semplice e dolce, il sapore acidulo della frutta vi darà un retrogusto che vi sorprenderà.


frutta reale tomarchio

Ecco perché il marzapane siciliano è definito Pasta Reale

Uno dei prodotti tipici Siciliani più conosciuti al mondo è sicuramente la Pasta Reale, un impasto dolciario preparato solo con zucchero, acqua e mandorle. Questo dolce nella semplicità dei suoi ingredienti nasconde però una grande ricchezza ed un intenso sapore, proprio per questo, non ti stupirà sapere, che in dialetto siciliano è detto Pasta Rìali (pasta reale).

Per risalire al perché di questa nomea bisogna tornare indietro nella storia fino al VI secolo a.C. quando, grazie al commercio marittimo, lo zucchero venne importato in Italia e l’influenza degli Arabi, soprattutto in Sicilia, portò la coltivazione di piantagioni di canna da zucchero.

La nascita della Pasta Reale (arrivata con la lavorazione dello zucchero) è quindi, in qualche modo, da ricondurre agli Arabi, che introdussero in Sicilia pietanze ricche e speziate. Gli Arabi mescolarono lo zucchero alla frutta secca come le mandorle macinate, e diffusero questa ricetta in tutta la Sicilia. La storia più accreditata però è quella del XI secolo, quando i monaci e le monache nel Convento della Martorana a Palermo, si dedicavano alla preparazione di dolci fatti con acqua, zucchero e mandorle che funge da base per i caratteristici dolci a forma di frutta.

Il nome “reale” si riferisce quindi probabilmente al fatto che il dolce fosse così buono da essere degno di un Re. Il Re il questione sarebbe Ruggero II, infatti la pasta reale veniva preparata nella chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio Giorgio di Antochia, annessa alla Convento della Martorana.


perchè cioccolatini san valentino

Perché si regala cioccolata a San Valentino?

È arrivato quel momento dell’anno in cui la dolcezza pervade ogni luogo, non solo i nostri stabilimenti. San Valentino è alle porte: questo vuol dire che le quotazioni dei cioccolatini stanno per arrivare alle stelle. Ma vi siete mai chiesti il perché tutti, per tradizione, regalano questi dolcetti?

La pratica di scambiare dolcezze al cioccolato durante questa festa non è certamente casuale. Si potrebbe pensare che il cioccolato sia simbolo di dolcezza, amore, passione ma c’è dell’altro. Aprite Youtube, mettete la musica di Superquark e prestate attenzione. Noi andiamo a prendere il libro di storia…

Il cioccolato (il cui nome originale in greco significa ‘bevanda degli dei’) era infatti, nel passato, un prodotto così prezioso che veniva anche usato come merce di scambio nel baratto e come moneta. Il suo valore era estremamente alto, in quanto i semi di cacao venivano portati dall’America (il cacao è stato scoperto solo dopo la conquista dell’America Meridionale) quindi, essendo molto costoso, era un cibo riservato alla nobiltà.
Pertanto, nei secoli scorsi, donare del cioccolato era visto come oggi sarebbe percepito il dono di un prezioso gioiello: un regalo di incommensurabile valore.

Non sarà esattamente come un diamante. Ma una tortina è per sempre! Specialmente quella Golosa al cacao! Buon San Valentino!


Tortina tomarchio no latte

Intolleranza al lattosio: tortine e biscotti, ecco cosa mangiare

Cominciamo col dirvi grazie.
Grazie per tutto l’affetto che ci dimostrate sui social, per come interagite con noi e per i tanti messaggi che ci inviate. Noi, in cambio, proviamo sempre ad essere precisi e puntuali nel rispondervi perché ci piace pensare alla nostra pagina Facebook come a una piccola grande piazza. Un modo per essere ancora più vicini, per ascoltare desideri e necessità.

Uno dei messaggi che sempre più spesso riceviamo riguarda la presenza di latte o meno nei nostri prodotti. Sono sempre di più le persone intolleranti al lattosio, allergiche alle proteine del latte o semplicemente poco inclini al consumo di questo alimento. Per loro, spesso e volentieri, i dolci sono un vero e proprio piacere proibito perché, in effetti, il latte è presente in moltissime preparazioni di pasticceria. Tomarchio, però, fa eccezione.

Tutte le nostre tortine (compresa la Golosa al cacao, l’ultima arrivata) sono realizzate senza l’uso del latte ne derivati. Anche moltissimi dei nostri frollini, come quelli al Cacao, i Nocciolet, i Leomon Poker, i Rigati o gli Integrali vengono preparati senza latte o derivati. Nei nostri punti vendita di Catania, Misterbianco, Gravina e Aci S.Antonio troverete sempre una vasta scelta di prodotti che potete mangiare in tutta serenità, anche se non consumate il latte. La stessa cosa vale per l’e-commerce: nella nostra bottega online tutti i prodotti hanno la lista degli ingredienti ben chiara, così potete avere un’idea di quello che scegliete.
Noi di Tomarchio ci siamo sempre impegnati ad utilizzare meno ingredienti possibile per garantirvi un prodotto semplice e genuino, come fatto in casa. E il latte, in molti casi, non è presente.

Sappiamo che ci sono tante altre intolleranze a cui far fronte e, in futuro, ci adopereremo per proporre prodotti sempre più inclusivi.


Nocciole: 4 cose che non sapevi

Ormai lo sapete, ogni tanto ci piace concentrarci su un solo ingrediente, tendenzialmente un tesoro di gusto ricco di carattere. Oggi il focus è tutto su una delizia che nel nostro laboratorio è usatissima. Anzi, a dirla tutta, è la vera protagonista dei Nocciolet, i frollini alla nocciola Tomarchio che tanto amate.
Manco a dirlo, stiamo parlando della Nocciola!

Che è buona, lo sappiamo. Che conferisce una nota aromatica unica ai biscotti, pure. Che i Nocciolet creano dipendenza è, anche questo, un fatto noto. Eppure, sulla nocciola, ci sono ancora moltissime cose da scoprire e che vi faranno dire “Ah, si?!”. Eccole:

1. VENIVANO USATE COME MONETE
Ancora prima del cioccolato che, tendenzialmente, era una merce di scambio, c’era la nocciola. In Italia, poi, nel corso degli anni, con la riduzione dell’importazione dei generi di lusso (tra cui il cacao), la nocciola prese sempre più piede in moltissime ricette.

2. IL SIMBOLO DELLA SALUTE
Forse non lo sapevate ma il bastone su cui è attorcigliato il serpente nel simbolo greco associato alla medicina e alla farmacia sarebbe proprio un ramo di nocciolo. Le nocciole sono ricche di fibre, acidi grassi essenziali ed antiossidanti.

3. LA VIA DELLA FELICITÀ
Nella tradizione francese le nocciole simboleggiano la fertilità e si regalano alle coppie felici appena sposate. Anche nell’Antica Roma una pianta di nocciole era un regalo gradito perché si pensava portasse tanta felicità.

4. FANNO CRESCERE I CAPELLI?
Alcune tribù indigene sono solite spalmarsi dell’olio di nocciola sulla “pelata” per favorire la ricomparsa dei capelli. Nel dubbio, noi consigliamo di limitarsi a mangiarle.


L’oroscopo Tomarchio: un dolce per ogni segno del 2019

Paolo Fox, spostati per favore. Noi di Tomarchio abbiamo letto i principali astri e i fondi di caffè (quelli dei biscotti) e siamo pronti a raccontarvi come sarà il vostro anno. Dalle stelle, alla pasticceria. Questo è l’unico oroscopo che vi promette dolcezza per tutti. Pronti?

ARIETE
Il 2019 vedrà finalmente i dubbi e la precarietà scomparire. Sarà l’anno delle certezze. Come una intramontabile e rassicurante Tortina tradizionale.

TORO
Sarà il segno che più di tutti godrà delle influenze positive di Giove in ambito finanziario. Per voi una Rama di Napoli, ispirata alla moneta di rame del regno Borbonico. Soldi. E non solo di cioccolato.

GEMELLI
Sarà un anno dedicato alla sperimentazione. Avrete una gran voglia di novità, di provare cose mai sentite e, perché no, sapori mai assaggiati. Provate i frollini al mandarino, un biscotto che nessun altro vi ha mai offerto.

CANCRO
Anno impegnativo. Qualche delusione inaspettata, un capo che al lavoro comincia a farsi stressante e tanta pazienza da mettere in campo. Vi dedichiamo centinaia di scatole di tortine Golose. Vi servirà tanto cioccolato…

LEONE
Uno dei segni più fortunati dell’anno, finalmente, avrà modo di raccogliere dopo tanta semina. È l’anno del riscatto e del risveglio. Vi porgiamo un frollino al caffè per svegliarvi con dolcezza…

VERGINE
Avrete la tendenza ad esagerare, ma dovete assolutamente contenervi. Sarà un anno in cui dovrete essere più responsabili, evitando di strafare. A sto giro, meglio un frollino senza zucchero. Evitiamo colpi di testa…

BILANCIA
Taglierete tanti rami vecchi e otterrete le risposte che cercate da tempo, ma solo a fine anno. Diciamo che ci prenderete gusto solo dopo l’estate. Il vostro 2019 sarà come un biscottino all’anice. Un sapore particolare che alla fine non vorrete più togliere di bocca.

SCORPIONE
Per molti di voi il nuovo anno porterà con sé un trasferimento, una nuova città o una nuova location. Fate scorta di tante delizie alla mandorla e al pistacchio, così potrete sempre sentire il sapore di casa. La Sicilia in un morso.

SAGITTARIO
Il segno migliore di tutti. Sarà un 2019 pieno di tantissime novità. Ci saranno grandi trasformazioni e saranno 12 mesi ricchi di esperienze diverse, nuove, entusiasmanti. Come una scatola di torroncini colorata e piena di gusti sempre nuovi.

CAPRICORNO
Se vi impegnerete a dovere e farete le scelte giuste, avrete tutte le carte in regola per vivere un 2019 da protagonisti. Ci sarà un occhio di bue puntato su di voi. Non il riflettore, il dolcetto: delizioso, come il vostro anno!

ACQUARIO
Le esperienze che farete in inverno vi permetteranno di realizzare molti progetti in estate. Sarà un anno dedicato alla famiglia, agli affetti, alle cose vere, alle radici. Siete sotto il segno di una tortina integrale: genuina e autentica.

PESCI
All’inizio vi sembrerà difficile, ma non scoraggiatevi: se volete, potete. Sarà l’anno delle sfide impossibili: come aprire un pacco di Ciokkolosi e non finirlo tutto in una manciata di minuti.


Il nuovo zucchero: 1 milione per chi lo trova

Quando si parla di nuove frontiere d’alimentazione e di ottimizzazione delle risorse (siamo sempre di più e le coltivazioni sono sempre più a rischio) si parla quasi sempre di nuovi ingredienti, ovvero sostanze alternative che dovrebbero somigliare quanto più possibile all’originale. E anche lo zucchero non è immune a questo trend.

Spesso demonizzato, specie negli USA dove se ne fa un consumo esagerato, lo zucchero è sempre più spesso sostituito, ma con scarsi risultati. Diverse ricerche hanno evidenziato come i dolcificanti non abbiano vantaggi “rilevanti” rispetto allo zucchero né in termini di calorie, né in termini di “salute”. Anzi, alcuni prodotti artificiali possono essere dannosi. Eppure, la Coca-Cola ha stanziato un premio di un milione di dollari per coloro i quali riusciranno a “scoprire” un sostituto dello zucchero a potere calorico nullo.

I risultati, per ora, sono stati dei grandi buchi nell’acqua. Si era puntato tutto sul Monk fruit, una specie di melone tropicale da cui si può estrarre una sostanza 300 volte più dolce dallo zucchero a zero calorie. Il problema? Il retrogusto della sostanza è pessimo e le coltivazioni sono davvero costose. Flop anche per la Stevia, col suo retrogusto di liquirizia che non tutti trovano gradevole, e per la brazzeina, una proteina estratta dai frutti di una pianta africana. Quest’ultima non andava bene perché faceva sentire il sapore dolce solo dopo 5 secondi: un’eternità in termini di gusto.

E se imparassimo, semplicemente, a goderci un buon dolce come si deve, senza esagerare?


curiosità panettone artigianale tomarchio

Panettone: storie assurde e numeri incredibili che dovete leggere

Siamo nel bel mezzo delle feste. Il che vuol dire che, con buona probabilità, state leggendo questo post in un attimo di pausa tra una fetta di panettone e l’altra. Non vogliamo però essere causa di un calo di zuccheri quindi, anche in questa manciata di minuti in cui sarete impegnati a leggere queste parole, restiamo nel mood e vi diamo alcune fondamentali e inaspettate info sul panettone. Così, guarderete la prossima fetta in modo diverso…

Due storie incredibili
L’origine del panettone gode di una doppia leggenda. La prima racconta di un giovane che, per fare colpo con la figlia di un fornaio, si fece assumere per preparare un dolce con l’uvetta sultanina (siamo nel ‘400). La seconda narra invece di un cuoco che, bruciando il dolce da servire ad un pranzo con Ludovico il Moro, improvvisò una ricetta con tutto ciò che possedeva in dispensa (il pan de Toni). Siamo già nella metà del ‘900.

Numeri assurdi
Anche quest’anno il panettone sarà il protagonista di 5 milioni circa di ceste natalizie e sarà comprato almeno una volta dall’80% degli italiani. Ogni anno, spendiamo circa 300milioni di euro in panettoni.

Vince sul pandoro
Numeri alla mano, si vendono più panettoni che pandori. Lo scorso anno, in totale, sono stati venduti circa 48milioni di panettoni contro i 37milioni di pandori. Al sud Italia la distanza si fa ancora più netta…

La nostra proposta
Oltre ai tantissimi panettoni della nostra linea, il nuovo arrivato è Profumi di Sicilia: un delizioso panettone glassato da 650 grammi dalla pasta morbidissima e soffice e dalla copertura croccante e golosissima. All’interno non ci sono né canditi né uvetta, così da lasciare spazio alle diverse esplosioni di sapore che è possibile abbinare, grazie ai 4 vasetti di confetture extra da associare (fichi bianchi, more selvatiche, arance amare e pere coscia).

Lo trovate nei nostri store, compreso il nuovo di Gravina (via Gramsci, 34).


Pranzi e cenoni: 3 trucchi per mangiare tutti i dolci senza sensi di colpa

Partiamo da un presupposto: essere a dieta per Natale e Capodanno è un crimine contro l’umanità. Il bello delle feste è anche approfittare dell’aspetto enogastronomico che è ricchissimo, specialmente in Sicilia. È anche vero però che evitare di sfondarsi fino a stare male può essere un’ottima strategia. Motivo per cui si possono prendere degli accorgimenti che vi eviteranno situazioni da allarme rosso e vi permetteranno di mangiare più cose in modo migliore.

  1. Non entrate troppo nell’atmosfera
    almeno nei giorni precedenti pranzi e cenoni evitate di mangiare ogni cosa come se non ci fosse un domani. Arriverete ai banchetti più “predisposti”. Il motto, “tanto ormai sono in vacanza” non può essere valido per due settimane.
  2. Invitate le persone a cena
    Se siete voi a cucinare arriverete a cena meno affamate e potrete contare su un ottimo allenamento di workout tra i fornelli. Scherzi a parte, nella definizione del menù, che siate voi a prepararlo o meno, valutate l’ipotesi di sostituire qualcosa con un’equivalente meno grasso: la besciamella nella pasta al forno può essere sostituita dalla ricotta, le patate possono essere al forno invece che fritte. E così via. Questo vi garantirà un ottimo margine di spazio per i dolci!
  3. Occhio agli “ammazzacaffè”
    Amari, grappe, spumanti, vini, birre, aperitivi: eliminando o riducendo molti di questi drink abbatterete calorie ed eviterete di pasticciare troppo!

Rame di napoli - Tomarchio Biscotti dei morti

Rame di Napoli e ‘Nzuddi: cose da sapere, dalla disputa con Messina al regno del Vesuvio

Al Sud, in Sicilia e – nello specifico – a Catania, la “festa dei morti” ha tutto un altro sapore. I primi due giorni di novembre si portano dietro un carico enorme di tradizioni che al loro interno passano in rassegna qualunque tipo di emozione: dalla nostalgia alla commozione passando per la felicità. C’è la gioia dei più piccoli che si svegliano cercando doni e quella che coinvolge anche i più grandi e passa inevitabilmente dalla tavola.

I “biscotti dei morti” sono un grande classico della tradizione dolciaria catanese. Due sono i protagonisti assoluti: le Rame di Napoli e gli ‘nzuddi. Sappiamo che sono buoni, ma cos’altro dovremmo conoscere?

Le rame di Napoli sono certamente i biscotti più amati di questo periodo. Ma se sono tipicamente catanesi, perché richiamano la città del Vesuvio? Per trovare la risposta dobbiamo andare fino al Regno delle due Sicilie quando i borbonici, dopo aver incorporato il Regno di Napoli, coniarono una nuova moneta scura, di rame. I catanesi, proprio per celebrare il nuovo regno, ne fecero una versione dolce, fatta con gli scarti degli altri dolci proprio come la moneta che si produceva da leghe più semplici. Un biscotto tondo, scuro, di “rame”: come quella moneta.

Gli ‘nzuddi, invece, hanno origini meno lontane. Pur essendo dei biscotti spiccatamente catanesi sono molto diffusi anche nel messinese, territorio che spesso prova a rivendicarne le origini. In realtà questi biscotti vennero originariamente preparati dalle suore Vincenziane in un convento di Catania (Vincenzo diventa affettuosamente Vincenzuddu e poi ‘nzuddu). Dopo il terremoto che devastò Messina nel 1908, le suore catanesi donarono dolci e ricetta ai messinesi come azione caritatevole.

E voi cosa preferite: Rame di Napoli o ‘Nzuddi?


biscotti origine

Il mistero della nascita dei biscotti: 3 storie da conoscere

Conosciamo tutto dei nostri antenati, non c’è una porzione di storia che ha ancora dei segreti, sappiamo ogni cosa persino dei dinosauri, ma sull’origine dei biscotti c’è ancora tanta di quella disinformazione che si rende necessario uno speciale in prima serata con Alberto Angela.

I biscotti fanno parte della quotidianità di tutti noi (della nostra, probabilmente, un po’ di più). Piacciono praticamente a chiunque ed è un nostro diritto conoscerne ogni segreto.

La bibliografia a la rete ci propongono tante storie differenti sulla nascita dei biscotti. Noi vi proponiamo le più accreditate, voi ci aiutate a scegliere quella che secondo voi è la più affidabile. È ora di trovare delle risposte, ce le meritiamo:

  1. L’ERRORE DEI CUOCHI OLANDESI
    In Olanda, i cuochi avevano l’abitudine di fare cadere un po’ di impasto nei forni per verificarne la temperatura. Se questo si cuoceva velocemente il forno era pronto. Questi piccoli tocchetti di pasta dolce si abbrustolivano velocemente e risultavano persino buoni e insolitamente croccanti. Ed è così che, secondo questa versione, sarebbero nati i biscotti.
  2. ARRIVANO DALL’ANTICA ROMA
    Secondo molte fonti, la nascita dei biscotti è da attribuire ad Apicius, un gastronomo romano. Fu lui a creare la ricetta che, all’epoca, era molto diversa dalla nostra: un pastone di frumento e farina da bollire, fare asciugare al sole, tagliare in piccoli quadratini e friggere.
  3. DALL’ORIENTE, ALL’ALBA DEI TEMPI
    La storia più antica ci riporta in Asia. Qui l’agricoltura preistorica era già concentrata sui cereali che, spesso, venivano consumati macerati nell’acqua. Accadde un giorno che questa poltiglia cadde su delle rocce arroventate diventato il primo biscotto preistorico che, all’epoca, era ancora molto più simile al pane. Con il tempo si arrivò a comprendere che la doppia cottura facilitava la conservazione e vennero aggiunti miele e frutta.

Quale delle tre storie vi pare la più credibile?


Merenda per adulti - tomarchio

Merenda: perché è importante anche per gli adulti e come sceglierla

Merenda: una parola che inevitabilmente ci riporta alla nostra infanzia, ai campi di calcetto, ai pomeriggi assonnati di fronte ai quaderni a quadri, alle mamme o alle nonne che si affacciano sulla porta della cameretta. Una parola che sa di buono e che ha un fortissimo potere evocativo. Sette lettere che funzionano da macchina del tempo.

La merenda, infatti, tende ad essere una prerogativa dei più piccoli. Una delle tante cose che si lasciano per strada crescendo. Se avete abbondantemente superato la pubertà, probabilmente non potete più concedervi uno spuntino di fronte ai cartoni animati. Questo non vuol dire, però, che non dobbiate più fare merenda. Lo “spezzapasto” è importante oggi più di ieri. E i nutrizionisti sono assolutamente d’accordo.

Lo sanno tutti: è consigliabile frazionare i pasti e dedicarsi al cibo 5 volte al giorno anziché 3. Introdurre la merenda a metà pomeriggio è il modo migliore per evitare cali glicemici, non stressare il corpo e migliorare il metabolismo. Alcuni studi statistici hanno evidenziato che: chi effettua 5 pasti anziché 3 ha inoltre livelli più bassi di colesterolo, glicemia e insulinemia e un minor rischio di soffrire di malattie cardiovascolari.

Ma qual è la merenda migliore per voi e i vostri figli?

La soluzione sta nel trovare la quadra tra gusto e calorie. Tenete conto che un individuo tipo adulto ha un fabbisogno calorico di circa 2000 calorie al giorno (ma prendete questi dati come orientativi e semplificativi perché ogni individuo ha un suo fabbisogno preciso, anche a seconda dei suoi obiettivi di peso corporeo). La merenda deve coprire circa il 10% del fabbisogno calorico ed ha lo scopo di sopperire a parte dell’energia del pranzo che è già stata consumata. E’ preferibile che sia composta da tutti  i nutrienti in maniera equilibrata, con una prevalenza di carboidrati (specie  se si prevede di fare sport nel tardo pomeriggio). Essendo uno “spezzapasto” è importante anche che la merenda dia soddisfazione al palato così da “calmare” la fame prima della cena. L’ingrediente giusto? Probabilmente il cacao che si rivela essere ottimo nel mantenere un equilibrio psicofisico nei momenti di grande stress e pressione. Provate la tortina Golosa per merenda e date un nuovo sapore al pomeriggio!


Il peso e l’età cambiano il modo di percepire i sapori: ecco come

Il peso e l’età cambiano il modo di percepire i sapori: ecco come

Mangiare è senza dubbio uno dei piaceri della vita. Il momento in cui si assapora il proprio dolce preferito o si morde un biscotto croccante è assolutamente imparagonabile. Si attivano milioni di recettori e reazioni chimiche che conducono, in un attimo, alla felicità. Eppure non tutti percepiamo il gusto e gli aromi allo stesso modo. L’età e il peso influiscono parecchio.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le ricerche sull’alimentazione e la percezione del gusto. Alcune di queste hanno avuto degli esiti sorprendenti!

COME INFLUISCE IL PESO
Alcuni biologi dell’Università di Buffalo hanno scoperto che l’obesità influenza il modo di interprestare i sapori. I test hanno evidenziato che i soggetti in forte sovrappeso hanno una minore sensibilità al sapore dolce. Quindi la loro soddisfazione viene raggiunta mangiando cibi più dolci rispetto alla media ed in maggiore quantità. Praticamente un circolo vizioso…

COME INFLUISCE L’ETÀ
La stessa università ha poi testato le differenze di risposta ai sapori in funzione dell’età dei soggetti. Ne è venuto fuori che i giovani hanno una maggiore attitudine a consumare cibi dolci e che la loro soglia di “eccessivamente dolce” è più alta della media. I soggetti più anziani invece, con l’avanzare dell’età, tendono a preferire i sapori meno dolci e con una più spiccata nota amara. Questo perché, contrariamente a quanto accade col senso del dolce, la soglia del gusto “troppo amaro” aumenta col passare del tempo. Si spiega così come mai alcuni sapori amari come quello del caffè o delle verdure cotte vengano apprezzati solo da adulti.


Preparare dolci riducendo lo zucchero i nostri pasticceri ti svelano dei trucchetti

Preparare dolci riducendo lo zucchero: i nostri pasticceri ti svelano dei trucchetti

Cresce sempre di più la richiesta, da parte di clienti e consumatori, di trovare negli scaffali dei supermercati dei dolci senza zucchero. Una specie di ossimoro, quasi un’eresia, che però trova i suoi consensi e che a volte, a patto che le ricette siano fatte per bene, può regalare inattese sorprese. Noi di Tomarchio abbiamo accontentato alcuni dei nostri clienti creando, ad esempio, dei frollini senza zucchero. Sono l’ideale per chi vuole stare attento alla linea senza rinunciare al piacere di un buon biscotto. L’opzione senza zucchero, infatti, non deve essere un’opzione senza sapore. Noi lo sappiamo bene, ma in certi casi, può sembrare più facile a dirsi che a farsi.

Quante volte ci avete provato nelle vostre cucine, magari riducendo la dose dello zucchero prevista nella ricetta o usando delle “soluzioni alternative” come il miele? Le altre opzioni, a volte, possono rivelarsi delle trappole. Per non caderci dentro, segui questi consigli flash “rubati” ai nostri pasticceri.

MIELE
Probabilmente è la soluzione più utilizzata per ridurre l’uso dello zucchero da tavola. Non può, però, essere utilizzato in tutte le preparazioni dolciarie. È, ad esempio, difficile da “gestire” nei biscotti perché in cottura tende a renderli molto scuri. Il miele caramellizza prima e più intensamente dello zucchero da tavola, partanto non è adatto per cotture a temperature molto alte. Si sposa bene, nelle torte più rustiche e aromatiche, magari preparate con farina integrale in cui un colore scuro è ciò che cerchiamo.

FRUTTA
Ci sono tantissime ricette, per lo più torte, che rendono la frutta protagonista. Ananas, mele e banane aggiungono dolcezza e sono una scelta salutare per il loro apporto di fibre. Ma ci sono dei contro relativi alla consistenza del dolce. Se volete una pasta vagamente spumosa, soffice ma asciutta, dimenticate la frutta. Succo e polpa rendono il composto piuttosto umido. Dovrete quindi calibrare per bene gli elementi secchi, come la farina. In rete trovate però tante ricette interessanti di plum-cake e brioches alla frutta.

SCIROPPO D’ACERO
In questo momento, la pasticceria americana sta vivendo una grande popolarità. Si moltiplicano i cake designer, le creme al burro, le torte alte e imbottite di coloranti. Si tratta di sapori molto lontani dai nostri (de gustibus!). In questo filone si inserisce lo sciroppo d’acero, quello utilizzato nei pancake. Se volete provarlo sappiate che ha un sapore molto, molto deciso. È liquido e quindi non si adatta a dolci che prevedono lo zucchero come ingrediente strutturale. Ha un retrogusto di caramello quindi è adatto, ad esempio, per le glasse. Un consiglio: provatene prima un cucchiaino per capire se il sapore possa essere di vostro gradimento.